Lo devo a Hannah Arendt
Se penso al male, immagino un occhio ceruleo, vuoto, uno sguardo immediato e una pupilla felina. Qualcosa che non lascia spazio all’interpretazione; immagino un disarmo, un’evidenza aristotelica, una declinazione strana del qui e ora.
Penso a qualcosa di comprensibile perché …